mercoledì 26 luglio 2017

ALGHERO: UN MILIONE DI MATTONCINI INVADE LA RIVIERA DEL CORALLO. A LO QUARTÉR LA MOSTRA "I LOVE LEGO"

Alghero 26 luglio - Il mattone rappresenta ancora un ottimo business, ma il mattoncino colorato resta pura passione.
Da una settimana i locali de Lo Quarter, nel centro di Alghero, si sono trasformati in un micro mondo abitato da faccine gialle. 
I classici omini Lego popolano i diorami della mostra "I Love Lego". Cinque scenari interamente costruiti con i mattoncini prodotti dalla casa danese, che ormai in tutto il mondo sono diventati sinonimo di "costruzioni" e col tempo da semplice giocattolo sono stati elevati al rango di oggetto da collezione, quando non di culto.
Le teche racchiudono un diorama metropolitano, uno medievale, uno a tema pirati e una riproduzione della Roma antica. Per realizzare il tutto sono stati necessari un milione di pezzi colorati, di cui circa 2.000 sono minifigures (i personaggi). 
Le installazioni sono state realizzate da RomaBrick, ramo dell'Associazione Nazionale di Amanti Lego, attiva da oltre dieci anni, nella Capitale e non solo. Il gruppo realizza le sue opere grazie al lavoro di collezionisti ed appassionati, ricorrendo per lo più a risorse proprie, senza cioè il contributo ufficiale di Lego Group, come ha riferito Marcello Amalfitano, membro del team romano che ha risposto ad alcune nostre domande. 
Dei 2.000 omini utilizzati in totale la metà circa compone la popolazione dello scenario cittadino, che risulta essere il più grande sia per numero di set che per estensione.
L'ultimo sala è dedicata a due grandi vasche piene di Lego con cui i piccoli visitatori possono cimentarsi nelle loro piccole opere. Un ambiente in teoria pensato per i bambini ma che in realtà ha visto i genitori dilettarsi nella costruzione con lo stesso entusiasmo dei figli, se non di più.
D'altra parte le esclamazioni di stupore più che dai figli, provenivano dai padri, che con occhi lucidi osservavano ogni minimo particolare, chissà forse ricordando le sensazioni che scatenava quella scatola tintinnante coi bordi gialli quando da piccoli la agitavano in negozio e poi la ritrovavano impacchettata il giorno del compleanno.
La mostra "I Love Lego", prodotta e organizzata da Arthemisia in collaborazione con la Fondazione M.E.T.A. ed il patrocinio del Comune di Alghero, costituisce un'ottima alternativa per l'offerta turistica tradizionale dato che sarà visitabile a Lo Quartér fino al 15 ottobre.


Le Installazioni

La prima sala ospita uno scenario urbano. Saltano subito all'occhio gli altissimi grattacieli, estremamente dettagliati nel simulare la sintesi tra vetro e acciaio attraverso un abile utilizzo degli elementi, che in realtà sono di plastica. Volgendo lo sguardo in basso, a livello della strada, non si può non essere immediatamente sopraffatti dal caos del traffico cittadino. Vigili del fuoco, polizia, fuoristrada e limousine sfrecciano a pochi passi dai pedoni i quali, per parte loro, affollano i marciapiede, entrano ed escono dai negozi, dal Lion's Pub e dai ristoranti, si apprestano a visitare il museo o a ricorrere alle cure dell' ospedale.
Gli edifici bassi fanno pensare alla Danimarca e alla Germania mentre il mix con le strutture portuali ed i grattaceli richiama alle famose "strade di San Francisco". L'idea di trovarsi negli USA non può che essere rafforzata dalla presenza dei supereroi che combattono il crimine: Superman sventa una rapina in banca, mentre Spiderman si assicura dall'alto che i supercattivi rimangano innocui. Un treno viaggia lungo la ferrovia, trasformando il moto da simulato in reale e concreto. Le giostre girano e la ruota panoramica regala ai piccoli avventori squadrati una vista mozzafiato sulle banchine del porto e sulla vecchia stazione di periferia.
I dettagli sono maniacali. La facciata della chiesa gotica è interrotta nel centro dalla tipica vetrata colorata, e le guglie salgono ben oltre l'altezza dei due edifici tra i quali è incastonata. Da parte loro le casette non sono da meno: basta sbirciare dalle finestre per vedere mattonelle ben alternate nei due colori o gatti che passeggiano sui cornicioni.

Pochi passi ed un lungo viaggio nel tempo separano la città dalla seconda installazione. Lo scenario a tema medievale riproduce uno spaccato della vita dell'epoca. I classici castelli di mattoni grigi sono sorgono ai due margini di una lussureggiante foresta all'interno della quale si muove una brigata della guardia reale, bianca e rossa, con tanto di cavalieri, armigeri ed arcieri, i cui elmetti metallici splendono tra le foglie. Robin Hood si nasconde su un albero poco distante, ma sembra che nessun soldato gli dia importanza.
Una piccola locanda fornisce ristoro ai viandanti che dalla cittadella cercano di raggiungere il castello, stando ben attenti ad evitare le rovine infestate del vecchio cimitero ed i lupi che, dal limitare della foresta, vanno a fare razzie nei pollai delle piccole fattorie sparse qua e la.
Un omino percorre il sentiero con una gerla carica di pannocchie: cammina verso il grande mulino a vento dove i chicchi diventeranno farina. Un orso sonnecchia nella sua grotta mentre "Thorin Scudo di Quercia" si apre la strada a colpi di spada, forse per aggiudicarsi il tesoro custodito nella torre di Dracula. Il mercato del villaggio e la sua piazza sono affollati. Giullari e saltimbanchi si esibiscono di fronte all'alta cattedrale, mentre i cavalieri si sfidano in torneo per fare colpo sulle dame di corte.

Il terzo diorama si trova in mezzo al mare: è il regno dei pirati. Per stare all'asciutto i galeoni costituiscono l'unica alternativa agli scogli e ad un poco invitante atollo vulcanico, prossimo ad essere investito dalla lava. A bordo delle due imbarcazioni gli equipaggi combattono per aggiudicarsi le ricchezze trasportate dai rivali e tutti eviterebbero volentieri di finire in acqua, tra le fauci del Kraken ed i suoi tentacoli spaventosi. I dettagli di questo scenario necessitano di maggiore attenzione, perché stipati negli spazi angusti delle navi da battaglia. Una scimmia fugge sul sartiame dopo aver rubato un bottiglia, il capitano Jack Sparrow e David Jones duellano in equilibrio sull'albero maestro, una banda di manigoldi cala un pesante scrigno dalla cabina del capitano e le sirene seducono gli incauti marinai, facendosi promettere perle e pietre preziose. Nel piccolo avamposto ricavato su uno scoglio Peter Pan cerca di sfuggire alla lama di Capitan Uncino. Dal ponte di corde penzola un pirata condannato alla forca. 

Il penultimo scenario è quello spaziale. Molto meno colorato rispetto ai precedenti ha carpito l'attenzione soprattutto degli intenditori. Sono presenti infatti numerosi set vintage originali, pezzi risalenti alla fine degli anni '70, facilmente riconoscibili dalle grafiche sbiadite e dai vetri resi opachi dal tempo. Presto svelato il mistero: «Il diorama "Conquista dello Spazio" - spiega Marcello Amalfitano di RomaBrick - appartiene a Massimiliano Valentini, probabilmente il più illustre collezionista italiano di set spaziali classici».  
Oltre alle astronavi che potevano trovarsi in commercio, all'interno della grande teca sono presenti elementi custom, nati dalla creatività del costruttore, come le armored suit ispirate al mondo dei fumetti giapponesi o i piccoli droidi sparsi un po' ovunque, indaffarati nella manutenzione delle strutture retrò che sembrano uscite dalla serie Ufo, o dai primi episodi di Star Trek.

Il gran finale è dedicato alla Roma Imperiale. Una riproduzione del Foro di Nerva da circa 80.000 mattoncini, per lo più bianchi, come il marmo di cui erano composti i grandi edifici dell'età classica. Un portale ad arco, sormontato dall'epigrafe "Senatus Populosque Romanus" introduce ad una grande piazza delimitata sul lato lungo da 20 colonne sormontate da altrettante statue. Nella piazza sono schierate le legioni: 20 cavalieri, 16 arcieri, 20 auxiliaria e ben 120 tra legionari e centurioni, passati in rassegna dai loro generali. Il pavimento delle sale del tempio è un reticolo multicolore di marmi che contrasta col pallore delle pareti, ma anche con l'acciottolato del cortile esterno, al centro del quale sorge una statua, la seconda dell'installazione dopo la scultura equestre  sistemata al centro della piazza principale. E poi archi e colonne dappertutto.
Un pezzo pregiato questo diorama realizzato da Antonio Cerretti, come dimostra la firma di Kjeld Kirk Kristiansen attuale presidente e proprietario della Lego nonché nipote del suo fondatore. La sottoscrizione risale al 2015, in occasione della partecipazione di RomaBrick all'evento ufficiale organizzato in Danimarca dalla società di Billund.

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